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Intervista a Enrica Ajò
 

Ha ricevuto tante condoglianze, ma confessa di non aver mai visto la puntata ("Sempre Avanti") dove - nelle vesti dell'agente Balboni - è stata trucidata sotto i portici di Bologna. Ora sta vivendo un momento felice della sua vita, dopo aver elaborato il lutto tornando bionda e rimettendosi i tacchi. In questa intervista l'attrice Enrica Ajò fa introspezione, divagando liberamente e definendosi "un po' come il peluche di uno scoiattolo umanoide" (anche se i test su Facebook la collocano fra Cucciolo e Marilyn). Spiega che la vera forza della Balboni era quella di riuscire a mantenere una "composta dignità" e che nel rapporto con Coliandro - alchimia tra due "reagenti tristi" - il personaggio avrebbe potuto avere sviluppi interessanti, "non necessariamente a sfondo sentimentale o erotico". Ricorda i tempi - belli o meno - vissuti da solitaria sul set e si dice convinta che "non esista un modo di essere donna che sia specifico dell'essere poliziotta". Di una cosa è sicura: "Quando ci sono di mezzo le donne ti capitano sempre situazioni assurde".  

 
A cura di Lorenzo Grassi (curatore del sito www.coliandro.it)  

 
Cara "Balboni", la tua morte prematura ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di tantissimi fans. Ovunque tu sia, batti un colpo e mandaci un bel saluto dall'aldilà...

C'è una cosa bellissima che appartiene al morire, ed è la possibilità di ritornare bionde e di mettermi i tacchi. Un po' come Nicole Kidman dopo il divorzio da Cruise. Anche se il genere di tacchi che indosso non mi rende la Kidman in alcun modo.  

 
Quello dell'agente Balboni era un personaggio difficile, allo stesso tempo tosto e dolce. Come ti sei trovata ad interpretarlo? C'era anche un po' del tuo vero carattere?

Cercando di essere seria, non so se esistano personaggi più o meno difficili, e quindi se in definitiva esistano personaggi facili. Nessun essere umano è facile né superficiale (e questo vale soprattutto per i personaggi dai valori più "effimeri"), e interpretare un personaggio è, secondo me, cercare di essere il più possibile simile ad un essere umano vero, tutto qua. Compreso il Gollum, che difatti era umano. Anche Lilli e il Vagabondo sono molto molto umani, e ogni singolo dalmata. E così via. Come Mago Merlino e il piccolo Semola quando si trasformano in scoiattoli, le dinamiche dei rapporti sono sempre quelle umane. Soprattutto quando si parla d'amore fra gli scoiattoli. E poi sì è vero, ho la tendenza a divagare sia quando parlo che quando scrivo. Ma nella mia testa c'è sempre una conferenza. Volevo dire 'coerenza', ma mi è uscito 'conferenza', che in questo caso va bene uguale. Non so se il mio personaggio si potesse definire sul serio "tosto". Nel senso, non credo fosse questione di essere forte. Non sono molto forte io, fisicamente intendo. Anche per dati fisici non trascurabili, cioé la mia altezza e il mio peso, che fanno di me una Kilye Minogue che non sa cantare e senza labbroni. Detto questo mi fa piacere che qualcuno, o tutti, abbiano visto nel mio personaggio una sorta di "forza", ma non era proprio "forza", penso fosse più una cosa un po' desueta, come una "composta dignità". E ci vuole molta forza ad avere e mantenere una "composta dignità". E non sto parlando necessariamente di me.  

 
Quanto alla dolcezza?

Per quanto riguarda la dolcezza, non lo so, non era nei tratti del personaggio, credo sia una cosa che mi appartenga, anche se sono profondamente convinta che le persone che mi conoscono superficialmente possano pensare l'esatto contrario. Ma insomma, come dicevo oggi a un mio amico, io mi vedo un po' come il peluche di uno scoiattolo umanoide. Cioé come se ci fosse una famiglia di scoiattoli alla Wes Anderson, e il figlio scoiattolo (dall'identità sessuale labile) ha questo peluche con le mie fattezze, tipo bambina bionda dalle fattezze risibili. Un incrocio tra Casper e Shirley Temple. Quindi sinceramente non capisco come io possa incutere timore a qualcuno. Sì, in effetti dovrei lavorarci su questa cosa dell'eccessiva dolcezza, perché sta diventando francamente rivoltante...  

 
Sei contenta che l'ispettore ti abbia vendicata - facendo arrestare il tuo assassino - abbia versato qualche lacrima in tua memoria e infine abbia portato un nano da giardino sulla tua lapide?

Ad essere sincera - e qui credo che al mio agente possa venire un infarto - io non ho mai visto la puntata della mia morte, ma viste le numerose condoglianze ricevute, ormai so più o meno tutto. Se la domanda è: come mai non hai visto la puntata della tua morte? Non saprei rispondere. È che ho imparato a non amare la malinconia, e quindi probabilmente non avevo voglia di vedere che un'esperienza di un certo tipo era finita, insieme a tutti i ricordi - belli o meno - di tutto il periodo passato sul set di Coliandro. Che solo per motivi personali io in realtà ho vissuto un po' da reclusa e sola (un po' come in effetti vivevo anche il personaggio della Balboni). Giravamo a Bologna, e io passavo lunghe giornate da sola a passeggiare sotto i portici guardando le vetrine, e facendo altre cose futili e un po' malinconiche appunto.  

 
Tra la Balboni e Coliandro c'era un rapporto quasi di amore e odio...

Del rapporto con Coliandro non so bene che dire, penso che avrebbe potuto svilupparsi in situazioni interessanti, e non necessariamente a sfondo sentimentale o erotico, anche se era quello che molti si aspettavano. C'era una chimica molto strana, o perlomeno era questo quello che io percepivo, come fossimo due reagenti tristi. Da un punto di vista umano, invece, io adoro Giampaolo Morelli e quella che io credo sia una timidezza esasperata. Non abbiamo mai fatto discorsi molto lunghi, non so bene perché, forse perché io non amo in genere gli attori, e a lui piacciono le donne di un altro tipo. Però è un ottimo attore e penso abbia fatto una scelta coraggiosa nel panorama della fiction italiana, che è quella di un anti-eroe maschile adorabile. Cioé alla fine io penso sia davvero poco credibile che tutte le donne lo mollino per qualcun altro, perché io ad esempio non ne potevo più di tutte le mie amiche che volevano che io gli recapitassi in continuazione bigliettini, letterine, messaggini. È stato molto umiliante una volta che sono dovuta andare in camerino da lui per dirgli che a mia madre piaceva tanto. Quando ci sono di mezzo le donne ti capitano sempre delle situazioni assurde.  

 
A proposito di nani, in uno dei tanti test su Facebook ho visto che fra i sette nani sei risultata essere Mammolo. Possibile? E poi vogliamo sfatare questa leggenda della tua altezza?

Sí, è vero, risultavo Mammolo, ma essendo io ossessiva ho rifatto il test ed è risultato Cucciolo che, da definizione di test di Facebook, è semplicemente come Mammolo ma più piccolo. Visto che passo un sacco di tempo su Facebook a fare test, ma solo per rilassarmi, avendo io ripudiato le droghe e le interazioni sociali effettive, volevo aggiungere anche altri risultati. Appartengo al modello psicologico junghiano del guerriero, l'analisi dei miei amici mi dice una cosa che sapevo già da me, cioé che la maggior parte dei miei amici su Facebook sono maschi, single e di segni zodiacali promiscui, tipo gemelli o acquario. Sono risultata essere il peccato capitale dell'ira prima e dell'accidia poi. Quello che meno mi appartiene credo sia la lussuria, che reputo simile alla noia, e alla pratica faticosa di uno sport. Sono risultata essere Audrey Hepburn come attrice del passato, ma credo di aver mentito, anche perché in un test parallelo su chi fossi tra Marilyn e Audrey sono risultata chiaramente Marilyn, per quanto non capisca bene dove. Sono risultata essere un incrocio tra Nietzsche e Einstein, e di conseguenza lo psicofarmaco che più mi rappresenta sono le anfetamine. Che i due fatti siano conseguenti l'ho deciso io. Per quanto riguarda invece la leggenda riguardo la mia altezza, non c'è alcun mito da sfatare, sono alta effettivamente un metro e un barattolo, e l'ho sempre ritenuto un pregio, in quanto ciò mi consente di trovare più facilmente il mio baricentro. E indosso numeri di scarpe che quasi nessun altro al mondo. Anche se ciò in più occasioni ha attirato maniaci specializzati.  

 
Tornando a Coliandro, resterà memorabile un tuo botta e risposta con l'ispettore (potete rivederne il video a fine intervista) sui suoi stereotipi sulle donne in polizia. Tu ne hai conosciuta qualcuna? E che riferimenti ti eri data per interpretare una agente in un ambiente ancora così fortemente maschilista?

Non credo ci sia un modo di essere donna che sia specifico dell'essere poliziotta, così come non credo che il concetto di "polizia" debba per forza esplicarsi nella figura di un poliziotto. Detto ciò - che spero non conduca nessuno a una seria riflessione su quanto ho appena detto (per quanto io vi abbia riflettuto) - ho semplicemente pensato a come dovesse essere una donna con quel carattere che facesse la poliziotta. Non era secondo me tanto importante il mestiere, avrebbe potuto tranquillamente fare la fornaia. In quel caso credo che non avrebbe portato una pistola, ma piuttosto tirato delle pizze in faccia alle persone.  

 
Sulla scorta della tua esperienza, hai qualche suggerimento da dare alla tua 'erede' Bertaccini?

Ahahahahah, no. Non sono il genere di persona che potrebbe dare consigli a qualcuno.  

 
Come ti sei trovata a lavorare sul set di Coliandro con Giampaolo Morelli e i Manetti Bros?

Bene. Non ho in realtà molto altro da aggiungere, sul serio. Dovrei parlare delle singole persone e dei singoli specifici motivi per cui ho voluto loro bene e, per quanto io possa sembrare come un pesce sventrato con tutti i suoi sentimenti in bella vista, in realtà di cose di questo genere - cioé dei miei sinceri sentimenti verso qualcuno - non riesco o non ho voglia di parlare in maniera diretta.  

 
Cosa combini attualmente nella vita? Quando ti rivedremo in qualche film o telefilm?

Ora come ora sono in un momento molto molto molto felice della mia vita e, mentre lo scrivevo, mi è venuto in mente di fare una di quelle cose che mi commuovono sempre (anche se nessuno me l'ha chiesto), tipo il discorso quando ti consegnano i premi. E quindi so che forse non dovrei, ma so anche che non riesco ad impedirmelo e quindi vorrei ringraziare delle persone che per me ultimamente hanno significato molto, cioé Matteo e Alice, che conosco davvero molto poco, ma che con il loro essere delle persone estremamente difficili, hanno aiutato me a diventare una persona più facile. Cioé, questa è l'impressione che ho io, poi sicuramente non ci avrò capito nulla come al solito.  

 

 
Video botta e risposta Coliandro-Balboni


 
 

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