A cura di Lorenzo Grassi
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“Prima serie di opere per la riforma della fognatura della città e pel risanamento del sottosuolo”. Una voce riportata nella Convenzione fra il Governo e il Comune di Roma “pel concorso governativo nelle opere edilizie in detta città” che porta la data del 14 novembre 1880. Dopo 141 anni le fognature romane moderne – mentre quelle antiche reggono benissimo – fanno ancora letteralmente acqua da tutte le parti, mentre l’assenza di un’adeguata manutenzione del sottosuolo si manifesta con lo stillicidio quotidiano delle voragini.
Eppure la Convenzione che indicava le “opere d’ingrandimento edilizie più importanti di cui ha bisogno la capitale del Regno”, firmata dal Presidente del Consiglio Benedetto Cairoli e dal Sindaco di Roma Augusto Armellini, in una tabella allegata riportava l’intervento su fogne e sottosuolo tra quelli da eseguire “entro il periodo di anni venti, decorrenti dal primo gennaio 1882”. Purtroppo il 1902 è passato invano e così l’intero secolo successivo: i dissesti della “Roma di sotto” sono ancora lì che attendono di essere compiutamente studiati nelle viscere della città.