Un mito con la pistola
Il personaggio Coliandro
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Una ventata di aria fresca nelle stanze chiuse della melensa fiction italiana. Un "diretto" allo stomaco degli sceneggiati ipocriti e sdolcinati, dei polizieschi con algidi agenti modello e commissari sempre politically correct. Un personaggio così sgangherato e fuori dalle righe da sembrare, per una volta e paradossalmente, più vero che mai (tanto da spaventare la Rai che lo ha tenuto inizialmente nel cassetto per poi decidere, visto il successo della prima serie, di realizzarne anche una seconda). Una creazione delle fervida e vulcanica mente dell'infaticabile Carlo Lucarelli. Il nuovo mito italiano con la pistola: si chiama Coliandro e fa l'ispettore alla Questura di Bologna. "Coliandro ha più difetti che pregi - mette subito in chiaro l'attore Giampaolo Morelli, che ne è diventato il volto in televisione - è il classico poliziotto che abusa di potere, vuole fare l'americano con la giacca di pelle e i Rayban sul naso, fa solo figuracce, è ignorante, un po' razzista, ma convinto in cuor suo di essere sino in fondo un poliziotto". Coinvolto in rocamboleschi "gialli urbani", Coliandro finisce spesso e volentieri nei guai, ma - con il suo fare insieme spaccone e schivo, molto ironico e autoironico - arriva sempre in fondo alle sue indagini.
Coliandro nasce come protagonista di un racconto di Carlo Lucarelli dal titolo Nikita, un poliziesco all'americana ambientato in Italia. "Volevo farne un personaggio un po' irreale, sul tipo dell'ispettore Callaghan - spiega lo stesso Lucarelli - gli ho attribuito tutti i difetti della polizia italiana, ma anche tutti i pregi e ne è venuto fuori un tipo onesto, che si batte per la giustizia, ma è pasticcione; un personaggio abbastanza forte, tutto sommato divertente e un po' strano. Direi che è un personaggio simpatico, molto ben definito. Mi è piaciuto e ne ho fatto uno dei protagonisti di un altro romanzo, Falange armata, e poi l'ho fatto tornare per una terza volta ne Il giorno del lupo". Quanto alla scelta del nome, Lucarelli spiega: "In genere i poliziotti si chiamano per cognome. E così ho voluto che il nome di Coliandro non apparisse mai. Non solo. Nessuno degli altri poliziotti viene mai chiamato per nome, solo per cognome o soprannome. Questo ci obbliga a studiare tanti meccanismi di sceneggiatura, ma ci diverte anche molto: basta pensare a quello che dobbiamo inventarci per fare in modo che la mamma di Gargiulo non usi mai il nome di suo figlio per chiamarlo!". Per il cognome, invece, un riferimento c'è: "Coliandro è un cognome del Sud, mi piaceva - svela Lucarelli - e anni fa ho conosciuto un militare che si chiamava così". Coliandro ha ispirato anche Onofrio Catacchio, che ha sceneggiato e disegnato il "bizzarro questurino" in una striscia a fumetti.
Infine l'approdo, sofferto ma vincente, in televisione. Il progetto di Rai Fiction - affidato alla regia dei Manetti Bros (i fratelli Antonio e Marco) e realizzato da Tommaso Dazzi per Nauta Film - prevedeva originariamente la realizzazione di sei episodi, così illustrati all'epoca dall'ideatore e story editor Carlo Lucarelli. Oltre a Il giorno del lupo: "Febbre gialla (che diventerà Vendetta cinese) è una storia sulla comunità clandestina cinese; Pilastro (che diventerà In trappola) racconta del più grande quartiere dormitorio della periferia bolognese che ha la più alta densità di criminalità; Operazione Zero si svolge nell'ambiente sommerso delle corse e delle scommesse clandestine che prospera tra le ville della buona borghesia bolognese (poi non realizzato); il tema affrontato da Kiru (che diventerà Magia nera) è la Bologna della prostituzione e della criminalità di colore; infine Luce rossa (anche questo non realizzato) si occupa del giro del porno e dei video amatoriali sullo sfondo di un Appennino fuori dal tempo". Sempre nelle intenzioni originarie l'ispettore avrebbe dovuto avere una spalla femminile fissa, Nikita. "Doveva essere Nicole Grimaudo - precisa Lucarelli - ma lei, dopo avere girato il primo episodio, ha lasciato la produzione. Così con i registi Manetti Bros abbiamo pensato di mettere una donna diversa per ogni caso".
Per questo nella prima stagione, ridotta a quattro episodi (con i titoli Il giorno del lupo, Vendetta cinese, In trappola e Magia nera) e trasmessa su Rai Due tra agosto e settembre del 2006, le co-protagoniste sono state (oltre a Nicole Grimaudo): Cecilia Dazzi, Jacelyn Parry Jean e Youma Diakite. Ad affiancare Giampaolo Morelli anche un cast fisso composto da Veronika Logan (che interpreta la dottoressa Longhi, sostituto procuratore), Giuseppe Soleri nel ruolo di Gargiulo (l'amico fidato di Coliandro) e Alessandro Rossi (il commissario De Zan della Questura di Bologna). Nella prima stagione ha recitato anche Enrico Silvestrin (nel ruolo di Trombetti, braccio destro di Coliandro); mentre nella seconda stagione - messa in onda tra gennaio e febbraio 2009 - si sono aggiunte, oltre al bis di Cecilia Dazzi, le co-protagoniste Gilda Lapardhaja, Gloria Bellicchi, Valentina Lodovini e gli attori Paolo Sassanelli (nel ruolo dell'ispettore Gamberini), Enrica Ajò (agente Balboni) e Massimiliano Bruno (Borromini). Nella terza stagione - trasmessa a settembre 2009 - non c'è più Massimiliano Bruno ed esce di scena dopo il primo episodio anche Enrica Ajò, mentre fa il suo esordio nel cast fisso l'attrice Caterina Silva (nel ruolo dell'ispettore Bertaccini). Quanto alle co-protagonisti femminili sono: Chiara Gensini, Raffaella Rea, Nathalie Rapti Gomez e Desirèe Noferini. Infine nella quarta stagione - dimezzata a due episodi e trasmessa a marzo 2010 - vi sono stati due rientri: quello del tenente Borromini (Massimiliano Bruno) che aveva "saltato" la terza stagione e quello di Gilda Lapardhaja. L'altra co-protagonista è invece Myriam Catania, nota doppiatrice con alle spalle diversi ruoli in fiction televisive.