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Intervista ad Angela Cotti
 

"Ogni tanto Coliandro qualche bello scappellotto se lo meriterebbe proprio... anche se in fondo è un bravo ragazzo". Parola della mamma dell'agente Gargiulo che - nella fortunata serie televisiva dell'ispettore inventato da Carlo Lucarelli per la regia dei Manetti Bros - è interpretata dall'attrice non professionista Angela Cotti. Bolognese nel cuore e nell'anima, Angela svela in questa intervista la sua classica quanto miracolosa ricetta delle lasagne a sette strati che ammansiscono persino Coliandro (mentre tiene ben stretto il segreto della zuppa inglese), difende poi a spada tratta il suo "bambino" poliziotto e rimpiange una Bologna 'bomboniera', caratterizzata da "rapporti umani forti e corretti". E all'ispettore che sbotta: "Vita di merda, mestiere di merda, città di merda..." Angela - impegnata nel teatro dialettale con la compagnia dello scrittore-burattinaio Romano Danielli - replica: "In verità è un modo di esprimere simpatia per Bologna che, grazie alla serie di Coliandro, ha riacquistato un po' di visibilità".  

 
A cura di Lorenzo Grassi (curatore del sito www.coliandro.it)  

 
Prima domanda d'obbligo: è vero che le mitiche lasagne bolognesi a sette strati - "non c'è niente che non si possa guarire con un bel piatto di lasagne" - lei le cucina anche nella vita reale? Ci sveli la sua ricetta Doc e magari anche quella della zuppa inglese che "pulisce via tutto, anche i dispiaceri"...

La mia non è una ricetta Doc, è la ricetta che ho ricevuto a mia volta dalla mia mamma e sono le "classiche" lasagne fatte in casa: sette strati di sfoglia con spinaci, tirata con il mattarello e condita con il ragù alla Bolognese, besciamella e forma. Il tutto composto nella ruola e messo in forno finché sopra non si forma una bella crosta dorata. Normalmente gli strati sono sette, ma se fatte bene sono buone anche a cinque. Quanto alla ricetta della zuppa inglese, mi dispiace ma quella non posso proprio svelarla. Posso però spiegarvi perché "pulisce tutto, anche i dispiaceri": lo sposarsi dell'Alchermes con i savoiardi e il lento amalgamarsi della crema gialla e di quella al cacao, mentre riposano il giusto in frigo, non possono che guarire tutti i mali.  

 
Venendo al suo personaggio, come madre non è un po' troppo protettiva? Perché non lascia un po' più libero questo figlio? Del resto ha scelto di fare il poliziotto... altrimenti poi le cresce complessato...

Non credo di essere troppo protettiva. Del resto ho solo lui (nel film). Credo che tutte le mamme dei poliziotti siano costantemente in ansia e non penso proprio che il "mio bambino" sia complessato.  

 
Si deve essere presa un bello spavento quando hanno sospettato suo figlio di essere un serial killer...

Ero sì spaventata, ma dai dubbi degli altri. Io non ho mai avuto il minimo dubbio, mio figlio non può essere un delinquente. Parola di mamma Gargiulo.  

 
E come vede, invece, quell'amico di suo figlio, l'ispettore Coliandro, sempre così scurrile a tavola?

In fondo è un bravo ragazzo e anche se lo riprendo spesso lo faccio sempre con affetto. A volte però uno scappellotto ci vorrebbe proprio.  

 
Tornando a lei, non è un'attrice professionista ma calca volentieri i palcoscenici con una compagnia in stretto dialetto bolognese. Quando ha scoperto questa passione?

Il nostro dialetto più che stretto è sibilante. Ho iniziato una decina di anni fa con un laboratorio teatrale di un'associazione di donne e poi sono entrata nella compagnia dialettale di Romano Danielli, famoso burattinaio e scrittore bolognese.  

 
Per un concorso sulla sua città ha scritto una memoria dal sapore amaro: Bologna nel tempo si è caricata di paure e tensioni, si è chiusa. Cosa si può fare? Una serie come quella di Coliandro - seppure l'ispettore ripeta ogni volta "città di merda" - può invece servire a ridare passione a Bologna?

Sono nata in una Bologna che oggi chiamereste 'antica', il dopoguerra anche se fatto di privazioni era caratterizzato da rapporti umani forti e corretti, quella piccola bomboniera che è rimasta nei miei ricordi purtroppo oggi non potrebbe comunque più esistere. Forse amare le proprie origini e onorare le proprie tradizioni potrebbe aiutare a migliorare. Con la serie televisiva di Coliandro la città di Bologna ha riacquistato un poco di visibilità, la serie è stata molto apprezzata e seguita dai bolognesi (e non solo), tanto che mi vengono spesso poste domande sul futuro della serie. Quanto alla frase di Coliandro, non va letta nel contesto scurrile. Caratterizza il personaggio ma - ne sono certa - nasconde invece simpatia per la nostra città.

 
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