A cura di Lorenzo Grassi
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Raccoglie oltre cento segnalazioni l’Atlante online con la mappatura dei “segnali distintivi per la protezione antiaerea” dipinti sui muri di Roma durante la Seconda guerra mondiale: erano i simboli (in particolare lettere su sfondo bianco cerchiate in nero oppure frecce) che servivano ad indirizzare la popolazione verso i rifugi e ad aiutare le squadre di soccorso, dopo i bombardamenti, per individuare rapidamente le uscite di sicurezza dei ricoveri e gli attacchi per gli idranti anti-incendio.
Il censimento – curato da Lorenzo Grassi dell’Associazione Sotterranei di Roma, insieme ad Andrea Dorliguzzo (Gruppo Facebook “Roma ieri oggi”) e Carlo Galeazzi (Gruppo Facebook “Roma Città Aperta – Gli anni della guerra”) – ha documentato oltre un centinaio tra scritte e segnali: la metà ancora presenti sui muri della città; mentre gli altri sono stati “ricostruiti” sulla base di immagini storiche. Ciò ha permesso di realizzare un Atlante geolocalizzato.
Purtroppo questi simboli, che sono un’importante memoria storica della città, rischiano di scomparire sotto le pennellate dei restyling degli edifici: interventi incentivati di recente anche dal “Bonus facciate” del Governo Conte. L’ultimo caso di scomparsa si è verificato nel centro storico, in via Giulia, dove tra i civici 122 e 123 è stato cancellato un grande simbolo di idrante che si trovava proprio accanto all’ingresso dell’Associazione “Amici di via Giulia e della Roma Rinascimentale”.
Ma non tutto è perduto, perchè in questi anni i promotori del censimento hanno raccolto molte segnalazioni arrivate dai cittadini e – pur nel disinteresse delle istituzioni – in più occasioni hanno intrapreso delle iniziative che sono andate a buon fine per la salvaguardia di questi “graffiti di guerra”. Ad esempio nel 2017 quando, dopo aver sensibilizzato la direzione lavori, è stato “ripassato” il simbolo di un Super Idrante che era stato cancellato durante la ristrutturazione di un palazzoin Corso Vittorio Emanuele II. Un altro simbolo è stato salvato in via Gaetano Donizetti.
È stata inviata anche una lettera alla presidenza della sede di Roma dell’Associazione nazionale amministratori di condomini e immobili (Anaci) per invitarla a diffondere tra i suoi associati un appello al rispetto dei simboli del passato.
Nel 2021 ha avuto buon fine un’interlocuzione avviata con il Rettore del Pontificio Istituto Teutonico di Santa Maria dell’Anima per ripristinare il simbolo di idrante che spiccava sotto la targa di via della Pace ed era stato cancellato durante i lavori di risanamento conservativo delle facciate dell’edificio.
È da segnalare inoltre l’iniziativa allo studio dei residenti di via dei Villini che vorrebbero mettere sotto protezione – magari con una lastra di vetro – la scritta che indicava l’ingresso ad un ricovero pubblico: una scritta quasi unica a livello cittadino, considerato che tutte le altre di quel tipo sono andate perse e se ne conservano pochissime tra i lotti di Garbatella e nei cortili di Prati. Infine era stata interessata la Sovrintendenza Capitolina per un possibile recupero della scritta che era presente all’ingresso della Scuola “Cecconi” di Centocelle.
Curiosità cinematografiche
Molti dei simboli scomparsi, per fortuna, sono stati immortalati sullo sfondo delle sequenze di alcuni celebri film: da “Ladri di biciclette” (1948) a “Vacanze Romane” (1953), da “I Pappagalli” (1955) a “Gli innamorati” (1955). E ancora: da “L’audace colpo dei soliti ignoti” (1959) a “I due mafiosi” (1964), da “Beato tra le donne” (1970) a “Signore e signori buonanotte” (1976).
Lettere e simboli misteriosi
Sino ad oggi non è spuntata fuori dagli archivi alcuna lista ufficiale dei simboli della protezione antiaerea e dunque alcuni restano misteriosi. È il caso della lettera S che si ipotizza potesse indicare la presenza di serbatoi idrici (scorte di acqua in funzione antincendio). La S è presente a Roma su un palazzo in piazza Verdi, sulla Basilica di San Crisogono in largo San Giovanni De Matha a Trastevere, sulle Mura Aureliane all’altezza di via Po e vicino agli archi di piazza Damiano Sauli, alla Garbatella (visibile anche in alcune sequenze del film “Caro Diario” di Nanni Moretti).