A cura di Lorenzo Grassi
© lorenzograssi.it
La scoperta è avvenuta a Villa Ada ad opera dei ricercatori e delle ricercatrici dell’associazione Sotterranei di Roma, che stanno studiando in modo approfondito – nell’ambito di un progetto in convenzione con la Sovrintendenza Capitolina – le tracce del passato ancora presenti nel grande parco sulla via Salaria. In un rudere nel fitto del bosco è celata una vasca da bagno di metallo. In passato era capitato che qualche avventuroso escursionista l’avesse già adocchiata, senza però degnarla di particolare attenzione né di uno sguardo più attento.
Ora, anche grazie all’effetto luminoso dei led montati sui caschetti degli speleo archeologi, la vasca ha incredibilmente svelato il suo segreto: la presenza sulla fiancata di una scritta che ha lasciato senza parole gli esploratori. Stampigliato alla rovescia in caratteri militari si legge infatti: “British Red Cross Society”. Immediatamente il pensiero è andato ad un cimelio bellico, ovvero ad un oggetto sanitario solitamente in uso alla Croce Rossa britannica negli ospedali da campo durante la guerra per garantire l’igiene dei feriti. Magari un aiuto inviato subito dopo la liberazione di Roma o appena finita la Seconda guerra mondiale.
Ma è bastato girare la vasca sull’altro fianco per fare un salto indietro nel tempo di un secolo. Una seconda scritta, sempre in caratteri militari, recita infatti: “Magazzino capannone estero, Ponte Spinola Porto di Genova, Via Southampton x Havre, c/o Embarkation Staff Officer Southampton Docks”. Si tratta delle tappe del viaggio via mare seguito dalla vasca – molto probabilmente insieme ad un grande carico di aiuti sanitari – per giungere dal Gran Bretagna sino all’Italia. Guarda caso è lo stesso percorso seguito dal Corpo di spedizione britannico (British Expeditionary Force o BEF), il contingente dell’esercito inglese inviato in Francia e in Belgio all’inizio della Prima guerra mondiale in aiuto delle truppe francesi. Nel novembre del 1917 le forze britanniche raggiunsero poi anche l’Italia per dare manforte e parare le conseguenze della disfatta di Caporetto.
Chissà se la vasca era al seguito di quelle truppe (essendo uno strumento da campo), o se invece era stata spedita in precedenza nell’estate del 1915 quando la Regina Elena – appassionata di Medicina e persona dal grandissimo cuore – aveva deciso di trasformare il Quirinale da palazzo di rappresentanza della famiglia reale in un ospedale della Croce Rossa Italiana da 275 posti letto, per curare i tanti feriti e i mutilati in arrivo dal fronte. Il prestigioso nosocomio, allestito smobilitando i fastosi saloni e riservato ai sottufficiali e ai soldati semplici, operò dal 3 agosto 1915 sino al 23 aprile 1919 accogliendo 2.648 feriti, di cui 1.131 grandi invalidi.
La Regina Elena e il Re Vittorio Emanuele III si trasferirono a Villa Savoia, attuale Villa Ada, che dal 1919 diventò la residenza ufficiale della famiglia reale. Qui la Regina Elena aveva allestito dei magazzini. Insieme a lei era attivamente impegnata nella Croce Rossa Italiana la Principessa Iolanda. Venivano portati regolarmente in gita a Villa Savoia i mutilati dell’ospedale del Quirinale, trattati come “ospiti cari” per delle merende campestri insieme ai Principini.
Una tradizione ripresa alla fine della Seconda guerra mondiale, quando una trentina di mutilatini dai 3 ai 10 anni d’età furono ospitati per interessamento del Re Umberto II di Savoia prima al Quirinale – dal 1944 al 1946 – e successivamente, dopo il referendum nel quale la Monarchia uscì sconfitta, negli edifici di Villa Savoia. Chissà che quella resistente vasca metallica inglese non sia rimasta in uso sino ad allora, per poi finire dimenticata in un rudere nel fitto della boscaglia.
Per ricostruire, se possibile, maggiori dettagli sulla vicenda i ricercatori di Sotterranei di Roma hanno avviato dei contatti con gli uffici storici della British Red Cross Society e del Quirinale, mentre per avviare il recupero e magari la musealizzazione di questo importante cimelio della memoria bellica la Sovrintendenza Capitolina sta interessando la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma.