Coliandro e Gargiulo sono come Don Chisciotte e Sancho Panza; un Gargiulo 'vero' esiste e si chiama Emanuele; la madre di Gargiulo è interpretata da una signora bolognese - Angela Cotti - che cucina lasagne strepitose. Sono alcuni dei particolari svelati in questa intervista dall'attore Giuseppe Soleri, che sin dalla prima serie di Coliandro ha recitato nel ruolo del più fidato amico dell'ispettore: l'agente Gargiulo. Soleri - che l'1 e il 2 dicembre vedremo nelle vesti di una trans nella miniserie di Sky Cinema dedicata a Moana - rinvia alla sua 'confessione' su Vanity Fair se gli si chiede del rapporto con un padre dal cognome 'pesante' ("Le cose della mia vita le ho conquistate da solo"). Nato a Roma il 10 maggio 1982, Giuseppe Soleri ha debuttato come attore nel 2004 nella miniserie televisiva "La Omicidi". Ha poi recitato ne "Le cinque giornate di Milano" e nel film "Piano 17" di cui è stato co-produttore. Più recenti le interpretazioni nella serie "Carabinieri" e nei film "Altromondo" e "Mal'Aria".
A cura di Lorenzo Grassi (curatore del sito www.coliandro.it)
Per prima cosa, un dovuto omaggio alla madre di Gargiulo: quella delle mitiche lasagne "che risolvono tutto", delle rampogne contro le continue parolacce di Coliandro, delle improbabili reazioni alle ripetute invasioni di casa (che siano opera di criminali o dei colleghi della questura). Chi la interpreta? E cosa puoi dirci di questa relazione parentale che rendete in modo perfetto? Tua madre ci assomiglia?
La cosa più sorprendente dell'attrice che interpreta mia mamma è il fatto che non è un'attrice. Si chiama Angela Cotti (vedi intervista) ed è una signora bolognese meravigliosa con un talento naturale eccezionale, che cucina anche nella vita delle lasagne strepitose. Quanto a Gargiulo, dietro il suo animo 'puro' c'è sicuramente la presenza di una madre per bene, dietro la sua timidezza una madre troppo presente e ossessiva che però offre spunti di commedia molto interessanti. Mia madre - per fortuna! - non è assolutamente così. Mi ha insegnato molto presto il valore importante dell'indipendenza e dell'autonomia intellettuale.
Quanto a tuo padre, cito un articolo uscito nel 2006 sul Corriere della Sera: "Nei corridoi politica-Rai si è tornati a parlare di Agostino Saccà. È certo una coincidenza che in molte fiction reciti il figlio del direttore delle fiction: Giuseppe Saccà in arte (santi alias) Soleri". Non deve essere facile dover fare i conti con un cognome 'pesante', tanto che ne hai scelto uno d'arte. Ne vuoi parlare?
Per quanto riguarda mio padre è appena uscita una mia intervista su Vanity Fair dove ne parlo per la prima e ultima volta. Il mio lavoro è sullo schermo e nelle scelte che ho fatto. Il resto è cattiva letteratura.
Tornando a Gargiulo, da dove nasce la sua passione per i supereroi americani (vedi le magliette che tanto ama), i giochi di ruolo e i computer? Sembra quasi avere un doppio volto, ingenuo e tecnologico allo stesso tempo, è davvero così? Sono passioni anche tue?
Gargiulo nasce dalla fantasia di Lucarelli, dal lavoro che abbiamo fatto io e i Manetti e dall'osservazione del mio migliore amico Emanuele, che è un po' Gargiulo, l'amico cinefilo tuttologo che conosce tutto e al quale puoi chiedere lumi su qualunque cosa. Gargiulo ha un'integrità morale fortissima e una purezza che certe volte pensi non appartenga a questo mondo... un'astronave l'ha lasciato qui e si sono dimenticati di venire a riprenderselo. Naturalmente, poi, quando il gioco si fa duro Gargiulo comincia a giocare! È un personaggio molto distante da me, ma ormai è diventato parte della mia anima. Tanto che mi basta infilare una maglietta di Star Trek per trasformarmi in lui.
Deve essere dura la vita nello spaccio della questura, se poi ci si mette anche Coliandro ad incasinare ogni volta che può gli ordini di yogurt... però alla fine è quasi sempre Gargiulo che riesce a capirlo e gli salva la pelle (anche se nell'episodio "Il sospetto" della terza serie i ruoli si sono invertiti). Come definiresti il rapporto tra Gargiulo e Coliandro?
Sono Don Chisciotte e Sancho Panza. Coliandro combatte contro i mulini a vento e Gargiulo gli va dietro perché gli vuole bene, perché è l'unico che ha capito che in questo mondo è l'ultimo degli eroi romantici e perché un po' si assomigliano: sono due solitari, due emarginati, due sfruttati e sono anche un po' la famiglia l'uno dell'altro. Avrete notato che il padre di Coliandro è morto e quello di Gargiulo non si sa bene che fine abbia fatto. Ecco Coliandro è un po' una figura paterna per Gargiulo. Un modello di comportamento da seguire a livello profondo, da un punto di vista etico; non quando chiama un cieco "occhio di lince" ma quando dimostra che non si venderebbe mai per nessun motivo, perché sta sempre dalla parte dei più deboli.
Spesso non viene adeguatamente apprezzata l'importanza della 'spalla'. Eppure anche Coliandro acquista pienamente senso grazie a Gargiulo. Come ti sei trovato a interpretare questa parte?
Nella commedia un personaggio funziona se vicino ha una spalla che mette in risalto le sue contraddizioni. Questo è il ruolo di Gargiulo, che io amo molto, anche se spesso i due personaggi diventano quasi una coppia comica. Penso che ciò sia dovuto all'affiatamento che c'è tra me e Giampaolo, uno dei miei migliori amici nella vita e un attore che stimo moltissimo, con una versatilità molto rara nel panorama del cinema italiano.
I tuoi rapporti con i registi Manetti Bros e Morelli vengono da lontano, sei stato protagonista e co-produttore di "Piano 17". Come ti trovi con loro?
A Marco e Antonio devo moltissimo, mi hanno regalato un personaggio meraviglioso come quello di Gargiulo e gli scatti in avanti come attore li ho fatti tutti grazie a loro. Sono tra i pochi registi che ho incontrato nella mia vita (un altro è Alfredo Peyretti, con cui ho girato "Moana") che amano profondamente gli attori e ne capiscono le fragilità. Sono quei registi che tu gli proponi una cosa e loro ti dicono "perfetto, funziona, ma non è interessante. Prova a farla così..." e ti insegnano un nuovo modo di vedere, ti scardinano dolcemente le tue convinzioni e te ne propongono di nuove. Insomma, sanno dirigere un attore. Certo oggi tra noi c'è una tale complicità che ci capiamo al volo, uno inizia una frase e l'altro la continua e questo è meraviglioso. Marco e Antonio sono due grandi amici, due persone alle quali voglio bene, e quando sto con loro e Giampaolo mi sembra di stare a casa, in famiglia.
Hai recitato anche nella serie "Carabinieri 7": immagino sia stata un'esperienza agli antipodi rispetto a quella di Coliandro...
Sì, sono due lavori completamente diversi: "Carabinieri" è una fiction nazional-popolare che mi ha insegnato il ritmo industriale di questo lavoro, mi ha fatto incontrare persone stupende e mi ha permesso di recitare insieme ad un mio grande mito che è Paolo Villaggio. Coliandro... beh lo sappiamo cos'è Coliandro!
Morelli è inseguito dalle ammiratrici... anche tu non scherzi con il tuo
Fans club fondato da Clara Bartoletti su Facebook - con una cinquantina di iscritte - e un Forum. Come la mettiamo?
Ringrazio Clara del Fans club e le ragazze del Forum - Arianna, Cristina, Simona, Barbara e le altre - che mi testimoniano sempre con affetto la loro stima e amicizia. Rimango stupito del fatto che un ragazzo timido, impacciato e un po' sfigatello come Gargiulo piaccia così tanto alle ragazze: è la rivincita dei nerds sui tronisti.
Anche tu sei un attore versatile. Di recente eri nel cast del mistery di Paolo Bianchini "Mal'Aria" (trasmesso ad aprile su RaiUno), ora insieme al 'collega' Sassanelli e Laura Gigante stai girando "Nelle fauci di Ubaldo Terzani" per la regia di Gabriele Albanesi. Che altri progetti hai al di fuori (e in attesa della prossima serie) di Coliandro?
Sto finendo le riprese del film di Albanesi e l'1 e 2 dicembre andrà in onda su Sky la fiction su Moana Pozzi dove interpreto un omosessuale che diventa transessuale. Aspetto con ansia di fare una fiction sulla vita di Varenne (il cavallo) così le trasformazioni le ho fatte tutte! Approfitto per salutare tutti gli amici di Coliandro: è meraviglioso leggere i vostri commenti e sentire che i nostri sforzi e la nostra fatica vengono ricompensati da tanto affetto. Un minchia a tutti voi!